
Murakami è un autore divisivo. Si dice: o lo ami o lo detesti. Con questa consapevolezza ho scelto di inserire il romanzo Kafka sulla spiaggia in un laboratorio di biblioterapia educativa all’interno di un ciclo di incontri annuale. Il percorso è intitolato “Tessiture”, intese come metafora delle relazioni umane nella loro complessità.
Il romanzo di Murakami è intriso di tessiture che nascono dalla relazione tra i personaggi e dei personaggi con il contesto nel quale la loro storia si manifesta. Che cosa è accaduto? Come da copione Murakami è stato divisivo. Alcuni partecipanti lo hanno amato moltissimo per la sua potenza metaforica e simbolica, per l’atmosfera surreale che rende personaggi e situazioni straordinari e al contempo universali. Altri hanno mal sopportato il romanzo, sentendolo ambiguo, lento, con una struttura narrativa complessa o mancante di profondità.
In biblioterapia l’invito è quello di riflettere sulle sensazioni personali sollecitate dal materiale letterario proposto, sulla capacità che esso ha di scuoterci e di attivare in noi processi di immedesimazione e proiezione sia sui personaggi sia sui fatti. Ciò che ciascuno di noi sente rispetto a un testo ci riguarda personalmente e riflette il nostro momento psichico. In questo caso il romanzo di Murakami ha scatenato sentimenti fortemente contrastanti: è sempre necessario domandarsi da dove provengono le emozioni che si scatenano, quali corde sono state toccate e che cosa dice di noi quel sentire.
Ciò che piace o non piace di un testo ha a che fare con qualche cosa che ci somiglia, che vorremmo diverso o che rifiutiamo. Per esempio, potrebbe essere urticante leggere un testo come quello di Murakami, che sembra perdersi nel sogno e non avere relazione alcuna con la realtà in un momento della propria vita in cui si ha il bisogno di concretezza…Oppure potrebbe risultare consolatorio leggere di temi impegnativi come identità, morte, ombra filtrati attraverso la metafora che, pur sa espandere contenendo. Il giudizio sui comportamenti e sulle scelte dei personaggi dice molto di noi e dei nostri bisogni o dei nostri desideri.
Spesso amare o detestare un testo ha a che fare con ciò che si muove dentro di noi. Così l’opera di un autore ci offre uno specchio, uno strumento per capirci e capire il mondo che ci circonda. L’autore porta la storia sulla pagina partendo da sé e dalla pagina la storia ritorna a noi che possiamo sfruttarne la potenza per osservarci e dare voce parti inespresse.
“Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. […] Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po’ come le sale di biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l’archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l’aria, cambiare l’acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale.”
da Kafka sulla spiaggia di Murakami
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