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“Sulla spiaggia di notte” di Walt Whitman

03/08/2022

 Sulla spiaggia di notte

sta una bambina con suo padre

guardando l’est, il cielo autunnale.

 

Attraverso l’oscurità,

mentre depredanti nuvole, funeree nuvole,

in nere masse sgorgando,

più basse cupe e veloci di traverso al cielo,

in mezzo a una trasparente chiara cintura di etere

lasciata libera a oriente,

ascende vasto e calmo Giove, signore degli astri,

e vicino a lui, solo poco più in alto,

nuotano le delicate sorelle, le Pleiadi.

 

 Sulla spiaggia la bambina che tiene la mano del padre,

quelle nuvole funeree che si abbassano vittoriose per divorare tutto,

guardando piange in silenzio.

 

Non piangere, bambina,

non piangere, mia cara,

con questi baci ch’io allontani le tue lacrime,

le nuvole depredanti non saranno più a lungo vittoriose,

non avranno a lungo il possesso del cielo,

divorano le stelle soltanto in apparenza,

Giove riemergerà, sii paziente, guarda ancora un’altra

notte, le Pleiadi emergeranno,

sono immortali, tutte quelle stelle dorate e inargentate

brilleranno ancora,

le stelle grandi e le piccole brilleranno ancora, durano,

i vasti soli immortali e le eterne, riflessive lune

brilleranno ancora.

 

Allora mia cara piangerai tu sola per Giove?

Consideri tu sola la sepoltura delle stelle?

 

Qualcosa c’è, 

(con le mie labbra calmandoti, io aggiungo in un

sussurro, ti do il primo consiglio, il primo inganno)

qualcosa c’è di più immortale anche delle stelle,

(molte le sepolture, molti i giorni e le notti che passano e svaniscono)

qualcosa che durerà più a lungo anche del luminoso Giove,

più a lungo del sole e di ogni ruotante satellite,

o delle irradianti sorelle, le Pleiadi.

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