Questo mese ho scelto libri che mi aiutassero a riflettere sull’Arte della Complicità.
- Per la poesia:
BREVI SCENE DI LUPI di Margaret Atwood, Edizione Ponte Alle Grazie
È biblioterapico perché…questa poesia dal tono colloquiale e disincantato fa parlare chi non può: che siano animali, persone ora assenti o rese mute, prende le loro parole e le mette in poesia.
“Ciò che incalzerà la terra
più avanti, e ne farà estate, non sono
erba, foglie, ripetizione, dovranno
esserci altre parole. Quando i miei
occhi si chiudono, la lingua scompare…”
- Per i saggi:
DONNE IN VIAGGIO di Lucie Azema, Edizioni TLON
È biblioterapico perché…regala uno sguardo sul viaggiare come pratica non solo ad appannaggio del mondo maschile. Recupera le storie di tutte quelle donne che hanno viaggiato e viaggiano da così tanto tempo da aver contribuito a studiare il mondo credendo nella possibilità di un un altrove libero da categorie e assoggettamenti.
“Attraverso lo sguardo su ciò che le sta attorno, la donna celebra la vita in tutte le sue forme, e il viaggio diventa un’esperienza del sensibile e non più conquista o consumo. Imparare a farsi afferrare da ciò che sta attorno è possibile solo se la viaggiatrice si è precedentemente emancipata e ha acquistato consapevolezza e controllo in sé e per sé…è il momento di salpare.”
- Per la narrativa:
MANUALE DI CACCIA E PESCA PER RAGAZZE di Melissa Bank, Edizioni ACCENTO
È biblioterapico perché la protagonista immersa in un fluire di racconti che strutturano il romanzo e la sua formazione, vive dall’adolescenza alla maturità tutto lo spaesamento della crescita e della ricerca di sé stessa e dell’amore. Un testo di vent’anni fa che con la sua ironia merita di essere riletto.
“In quel momento qualcosa cambiò. Guardai la mia vita da una nuova prospettiva. E non vidi altro che la mia vita. Non era per niente eccezionale; soltanto ora mi rendevo conto che un tempo mi era sembrata tale, e che quel tempo era il tempo in cui mio padre mi guardava…ora nessuno mi guardava, all’infuri di me.”
- Per la narrativa classica:
VIVERE ALTROVE di Marisa Fenoglio, Edizioni Rubbettino
È biblioterapico perché consente di riconoscersi nello spaesamento che produce l’allontanamento volontario o obbligato di chi deve vivere altrove rispetto il proprio paesaggio originario. Una scrittura cristallina che consente di immergersi emotivamente nel processo di trasformazione e di integrazione che lentamente si compie.
“Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno…e a ogni ritorno scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti…”
- Per il romanzo:
SE SONO DONNE FIORIRANNO di Margherita Belardetti, Edizioni PIEMME
È biblioterapico perché ci mostra come a tutte le età si possa crescere, scegliere sé stessi e coltivare la propria fioritura. Il tono ironico e il linguaggio forbito danno al romanzo un tono accattivante.
“…perché crescere si cresce sempre, basta avere l’orecchio fino per captare i timidi scricchiolii dell’anima che evolve e non scambiarli per lugubri preludi di schianti…non vedete che dentro la conchiglia rugosa e scabra la perla si fa sempre più lucente?”
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