READING BIBLIOTHERAPY (atto di prescrivere i libri) e INTERACTIVE BIBLIOTHERAPY (biblioterapia interattiva): differenze sostanziali.
Parte dell’efficacia della Biblioterapia risiede nell’uso della letteratura come strumento primario; in questo senso la biblioterapia fa appello speciale agli aspetti sani della mente, sia nei partecipanti dello sviluppo che in quelli clinici. In merito agli obiettivi l’enfasi è posta sull’incoraggiamento e il rinforzo più che sulla diagnosi delle aree problematiche. L’efficacia della Biblioterapia trae origine da un equilibrio necessario e sostanziale tra la scelta del materiale letterario e la relazione che si instaura con il facilitatore. I protagonisti fondamentali sono: il testo, la relazione tra facilitatore e partecipante, l’elaborazione dei sentimenti e la loro interiorizzazione.
Secondo una scuola di pensiero che si è affermata a partire da un modello già diffuso nella letteratura degli anni ‘30 (Bryan 1939) – il quale riconosceva al bibliotecario un ruolo di consulente per la lettura – il processo di cura della biblioterapia si verifica nel momento stesso della lettura.
A fronte di questo modello, numerosi bibliotecari, counselor, insegnanti di letteratura e assistenti sociali, si sono impegnati a stilare liste e a suggerire letture che potessero aiutare la crescita individuale e offrire sostegno in caso di disagio personale.
Questo processo è stato utilizzato anche per la realizzazione di alcuni programmi volti alla diffusione della lettura e all’uso delle sue potenzialità che si sono sviluppati più di recente. Penso per esempio ad alcuni programmi governativi inglesi come Book on Prescription, o più semplicemente ad alcuni testi pubblicati recentemente che raccolgono elenchi di testi stimolo (tra i primi Curarsi con i libri di Berthouse e Elderkin).
Caroline Shrodes negli anni ’50, confermando la definizione di biblioterapia quale “processo in cui un individuo legge un libro selezionato appositamente per il suo potenziale terapeutico” chiarisce come l’interazione critica non risieda solo nel suggerimento del testo ma nelle modalità in cui il lettore usa il contenuto del libro stesso.
Questa attività è definita READING BIBLIOTHERAPY, processo in cui l’interazione avviene tra il lettore e il testo senza coinvolge direttamente la persona che lo ha suggerito, sebbene le letture consigliate possano adempiere di per sé a scopi terapeutici derivanti dall’assegnazione al lettore del libro giusto.
Definizioni di Biblioterapia più recenti – con riferimento particolare alla definizione di Rubin (1978) – sottolineano di contro “l’importanza della dimensione terapeutica insita nel dialogo facilitato relativo alla risposta emotiva dell’individuo alla letteratura”.
Si tratta del processo appartenente a quella che viene definita BIBLIOTERAPIA INTERATTIVA il cui percorso di crescita è rintracciabile nella discussione guidata sul materiale letto e non tanto nell’atto stesso della lettura.
Proprio la discussione guidata da parte di un facilitatore esperto alla risposta del partecipante al brano letto può portare il soggetto a intuizioni completamente nuove. La possibilità di crescita personale proviene allora dal processo cognitivo di riconoscimento dei sentimenti provati dal lettore e poi dall’organizzazione e valutazione della sua risposta emotiva.
Si tratta di un processo che diventa utile a chiunque e non solo al soggetto bisognoso di interventi clinici
Articolo di Alessandra Manzoni (IdeAle)
BIBLIOGRAFIA
Bibliotherapy Sourcebook, Rubin
Bibliotherapy, The interactive process – A Handbook, Arleen MacCarthy Hynes e Mary Hynes-Berry
Bibliotherapy Forum of the American Library Association
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