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CICLO DI 4 INCONTRI
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Siamo soliti pensare all’attesa come a un tempo vuoto da eludere, da far passare, fino al farsi presente di ciò che si attendeva: «eccolo, finalmente!». Questo perché parliamo spesso di futuro, ma eludiamo l’avvenire, vale a dire l’accadere del futuro, il suo arrivare. L’attesa non è altro che l’esperienza dell’avvenire, il momento in cui ci predisponiamo ad accogliere l’avvenire, l’evento, ciò che arriva. Questo predisporsi implica la sospensione del fare, dell’agire, del parlare: pura potenza di accogliere, nel silenzio, di lasciar venire ciò che viene.
La parola ATTESA deriva dal verbo attendere composta da AD (verso) e TENDERE che indica l’azione di attendere, il tempo passato ad attendere e quello vissuto nell’attendere.
L’attesa ha diverse temperature: è al tempo stesso immaginaria e concreta, spesso implica la possibilità di delusione, mentre le sue forme sono infinite.
Primo incontro: L’attesa come tempo di TRASFORMAZIONE
Nella trasformazione l’attesa è una sospensione durante la quale si guarda al proprio futuro, ad un rinnovato domani. Può essere anche il tempo sospeso dei ricordi che affiorano come nostalgia e incorporano un presentimento verso il domani. Oppure il tempo sospeso della trasformazione corporea, per esempio durante la giovinezza o durante la malattia, quando si attende che qualcosa cambi. La trasformazione dell’uomo nell’attesa del nuovo che verrà, una sospensione non intesa come spazio nel quale ci si aspetta qualcosa, ma come spazio che ci separa da qual qualcosa.
Per parlare di attesa della trasformazione ci accompagneranno:
- MOMO di Michael Ende
- LA MEMORIA DELLA CENERE di Chiara Marchetti
- OGNI GIORNO E’ UN BUON GIORNO di Morishita Noriko
- DONNE CHE CORRONO COI LUPI di Clarissa Pinkola Estès
Secondo incontro: L’attesa come ASPETTATIVA
I Desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle e attendere. ASPETTARE: AD – verso; e ASPICERE – guardare, ossia attendere pazientemente senza muoversi quasi con occhio attento verso la cosa o la persona che deve giungere. Dunque l’Aspettare pertiene a qualcosa di specifico che si vede avvicinarsi; mentre l’Attendere implica un generico stato di tensione non necessariamente consapevole della meta.
Ci accompagneranno nel viaggio dell’Aspettare:
- PISCINA FERIALE di Cesare Pavese
- L’UOMO IN CERCA DI SENSO di Viktor Frankl
- LO STRANIERO di Camus
- OMERO ILIADE di Alessandro Baricco
Terzo incontro: L’attesa come INDUGIARE
Il significato di questa parola rimanda al tardare a dire o fare qualcosa, al differire. Si tratta di una ‘tregua’ che parla di tempo perso secondo una varietà di sfumature. Anche le cause del rimandare possono essere molteplici: paura dell’insuccesso o delle conseguenze, pigrizia, disinteresse, ribellione o rabbia, una forma di evitamento spesso data dal perfezionismo, un atteggiamento spesso deplorato e basta pensare alle Anime dei Negligenti di Dante.
Parleremo dell’Indugiare facendoci accompagnare da:
- BESTIARIO di Cortazar
- LA PESTE di Camus
- IL COMMESSO di Malamud
- IL DESERTO DEI TARTARI di Buzzati
Quarto incontro: L’attesa come SPERANZA
Il significato del verbo Sperare rimanda all’attesa fiduciosa che tutto vada per il meglio; non richiede che si compiano azioni verso ciò che si desidera, ma è la capacità di stare nel non ancora incerto ma desiderabile.
“La speranza è l’impulso che ci destina ad uscire da ciò che ci imprigiona e incatena.
E’ la voglia di continuare ad esistere anche in un clima e in un regime di incertezza.
M. Zambrano
Ne parleremo facendoci accompagnare da questi libri e molti altri:
- DIARIO di Hetty Hillesum
- L’ARTE DI ESSERE FRAGILI di Alessandro D’Avenia
- IL CANTO DI PENELOPE di Margaret Atwood
- GLI AMORI DIFFICILI di Italo Calvino
GRUPPI DI BIBLIOTERAPIA NON SONO GRUPPI DI PSICANALISI, NON POSSONO TRATTARE PROBLEMI SPECIFICI. LA BIBLIOTERAPIA CHE UTILIZZEREMO È UMANISTICA E MIRA ALLA CRESCITA PERSONALE, AL RAGIONAMENTO DIVERGENTE, ALL’USO DELLA BELLEZZA DELLA LETTERATURA PER INDURRE BENESSERE. NON È RICHIESTA ALCUNA PREPARAZIONE E NON È NECESSARIO AVER LETTO I LIBRI PROPOSTI.
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