In qualità di FACILITATORE, quando preparo un incontro di biblioterapia dell’educazione, cerco di essere attenta ad ogni dettaglio. Nutro un grande rispetto e un forte senso di responsabilità per le persone che partecipano agli incontri; per questo indugio a lungo sulle scelte tecniche. A partire dalle caratteristiche del pubblico, mi occupo dei testi che devono presentare caratteristiche tematiche e stilistiche adeguate al raggiungimento degli obiettivi che mi sono prefissata. Sono attenta alla distribuzione dei tempi che devono lasciare ampio spazio alle condivisioni e ai feedback post letture.
Il facilitatore ha un ruolo fondamentale per la buona riuscita di un intervento e per la tutela del benessere dei partecipanti. Per questo ritengo che sia in assoluto prioritario per il conduttore essere adeguatamente preparato ad affrontare le emozioni che potrebbero emergere durante le condivisioni. Si tratta di una competenza che il facilitatore deve coltivare mediante un imprescindibile e puntuale lavoro su sé stesso.
Spesso, al termine di un incontro, dopo aver tanto lavorato intorno alla pianificazione, mi rendo conto che ciò che conta maggiormente per il buon esito del processo biblioterapico è l’attenzione alla relazione basata sull’ASCOLTO ATTIVO, sulla PARTECIPAZIONE EMPATICA e su un INESAURIBILE INTERESSE PER L’UMANO.
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