Parlando di arte terapia di Letizia Clementi
L’arte terapia è un insieme di terapie alternative che rappresentano interventi reali, basati su regole e controlli in un adeguato setting terapeutico.
La loro peculiarità è l’utilizzo di materiale artistico per facilitare il processo comunicativo a coloro che hanno difficoltà nell’utilizzo del linguaggio verbale.
L’Obiettivo dell’Arteterapia è quello di sviluppare i processi creativi che permettano di far risaltare il pensiero laterale di ognuno, permettendo in questo modo ai pazienti di conoscere le proprie emozioni, e di risolvere le loro situazioni di esclusione psicosociale.
La creatività gioca un ruolo fondamentale, infatti il suo sviluppo permette di costruire, attraverso il medium artistico, un canale di comunicazione tra paziente e terapista.
L’opera d’arte deve essere vista come il ‘ponte’ tra il mondo soggettivo e il mondo esterno. La creazione dell’idea deve essere scissa dalla concezione materiale dall’opera d’arte stessa, per questa ragione, secondo la maggior parte degli psicoanalisti l’input creativo deve essere considerato l’interesse principale del processo di analisi, poiché spesso può rivelare importanti elementi per l’aiuto del paziente.
Queste terapie si pongono l’obiettivo di aiutare i loro pazienti a ritrovare e scoprire sè stessi, acquisendo piena capacità di esprimere le proprie emozioni.
Alcune tecniche qualificate per sollecitare la creatività, e che agiscono per facilitare il rilascio dell’inconscio, aiutano il paziente a migliorare la percezione di sé.
L’aumento di questa consapevolezza consente l’identificazione dei sentimenti e il controllo delle emozioni, con la conseguente riappropriazione dell’interiorità.
Infatti, l’arte è l’espressione del conflitto umano universale: esprime il confine tra inconscio e conscio.
Per questo, l’arte terapia gioca un ruolo fondamentale per regolare le emozioni, soprattutto laddove esistono difficoltà importanti. Attraverso il processo artistico e creativo si vuole proporre un percorso terapeutico che permetta di eliminare, o quantomeno attenuare, i disagi, per dare completo spazio al miglioramento del processo sociale e alla condivisione delle esperienze emotive.
Nonostante la storia scientifica dell’arte terapia abbia origini recenti, le sue origini si radicano nella storia antica. Basti ricordare come nell’antica Grecia l’effetto catartico della tragedia, o l’uso strategico di suoni particolari, fosse utilizzato per influenzare i comportamenti umani e animali. Al contrario, a livello scientifico, questa è stata riconosciuta come uno strumento definito ed efficace solo a partire dagli anni ‘40 in Inghilterra e negli Stati Uniti, quando non fu più considerata solo come attività ricreativa occasionale
Nel corso degli anni terapisti e psicologi hanno speculato sulla sua interpretazione, principalmente su due significati: uno basato sull’interpretazione del significato del prodotto realizzato dal paziente durante il processo terapeutico; l’altro basato sull’aspetto della creazione artistica.
Grazie al testo di Roberto Caterina dal titolo ‘Cosa sono le arti terapie’, e grazie ai preziosi incontri con Alessandra Manzoni, biblioterapista e specialista nell’ambito delle scienze umane filosofiche, mi è stato possibile delineare Il modello dell’arte terapia.
Il protocollo della arteterapia prevede incontri regolari, stabiliti sulla base di un progetto terapeutico ben definito da professionisti.
Il modello psicoterapeutico consiste nella creazione di uno spazio dove il paziente possa avere la possibilità di esprimersi e di essere ascoltato. Come per la creazione di un’opera d’arte la relazione terapeutica è in fieri.
Il terapeuta non deve invadere lo spazio creativo del suo beneficiario, ma piuttosto deve aiutarlo costruirlo gradualmente.
Il pensiero di Freud è stato fondamentale per la consapevolezza che, un attento rapporto organismo-ambiente, sia modello fondamentale per l’attuazione di queste terapie creative. Egli sostiene che, solo nel momento in cui si raggiungono le proprie capacità creative, si è in grado di controllare le proprie emozioni.
Carl Gustave Jung iniziò ad utilizzare la creatività con i suoi pazienti, favorendo in particolare l’uso dell’argilla. Partendo dalla loro creazione, interpretandole nel confronto con i significati archetipici, ha lavorato sulla comprensione l’inconscio dei propri pazienti.
Grazie agli esperimenti e agli studi di Freud e Jung, Margaret Naumburg e Edith Kramer crearono il primo modello di arte terapia nel mondo psicoterapeutico. Seppur in modo differente, queste due psicologhe iniziarono ad utilizzare come elemento centrale delle loro terapie l’espressione artistica, aiutando i pazienti a far emergere il loro potenziale creativo ed espressivo.
l processo creativo può essere riassunto in quattro fasi: input, emotion, image, representation.
Questi passaggi rivelano come la potenzialità terapeutica del processo creativo consenta di creare uno spazio comunicativo compatibile con le proprie circostanze, favorisca la capacità di distinguere il mondo interno ed esterno e permetta di regolare e trasformare le proprie emozioni.
Lo spazio creativo appartiene all’impossibile dividendosi tra la ricerca di nuove forme e di nuovi oggetti, e il tentativo di definire la giusta distanza tra il desiderio la realtà. Arieti afferma che attraverso la regolazione delle emozioni è possibile trovare nuove forme espressive, le quali portano alla realizzazione di opere che stimolano la ricerca di significati prima incomprensibili. In questo modo si instaura un dialogo emotivo, impossibile da catalogare poiché non verbale.
Rimane centrale la consapevolezza per cui ogni considerazione legata a questo ambito non deve essere considerata come universale e basata sulla rigidità causa-effetto, ma al contrario si deve approcciare una visione a più ampio raggio. Questa è la prerogativa fondamentale affinché il processo creativo possa fondersi con il processo terapeutico ed essere efficace.
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