«…Troppe stelle cadenti per le mie poche richieste.Ho imparato a non desiderare ciò che non ho, a non aspettare chi non c’è, preferisco tirare avanti, che tanto le cose belle arrivano quando non ci pensi più. A questo cielo immenso e profondo non chiedere nulla di terreno, se avessi il coraggio potrei pregarlo di darmi un briciola di fede, che non l’ho avuta in eredità dai miei. A una di queste stelle che precipitando si fanno polvere potrei domandare di darmi lo sguardo dei bambini, farmi stare nel mondo a modo loro, fidarmi della vita non per necessità ma per scelta. Vorrei poter vedere la luce al mio fianco, la scintilla che evapora nella sera e mi fa compagnia, riconoscere l’angelo che mi viene a trovare, l’amico invisibile che mi dorme accanto e forse sorride, sentirlo sulla pelle come il vento e seguirlo mentre mi sussurra di andare, farmi spingere in avanti da lui, a incontrare le creature dello spirito che si muovono leggiadre sulla Terra per non svegliarci, la schiera di ospiti che abitano silenziosi la mia casa e il bosco. Sapere dove vivono, e avere la fortuna un giorno di incontrare una di loro dentro una persona, fare l’esperienza per credere, ecco cosa vorrei. Come Michelangelo, avere occhi per vedere l’angelo nel marmo, e liberarlo. cerco l’amico immaginario di bambina, e non voglio tornare a credere che non ci siano angeli per chi è in guerra.»
da La donna degli alberi di Lorenzo Marone, ed. Narratori Feltrinelli
Un poeta che con grande capacità evocativa racconta con voce di donna.
Una donna ferita, bisognosa di silenzio e nel silenzio capace di ri-narrare la propria vita.
Una natura potente, spaventosa, che toglie e dà, che nutre e sfibra, che svela lentamente i suoi miracoli.
La cura di relazioni antiche pronte a custodire e a riparare un’esistenza nella sua miseria e nella sua potenza.
Un libro incantevole che invita a coltivare la bellezza delle piccole cose, a stare nell’attesa della trasformazione, a credere che l’essenziale sta dentro di noi.
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