Il Natale è il simbolo di un rito e di un rituale profondamente sedimentato nella storia dell’occidente, un simbolo non solo religioso ma anche profondamente culturale. Ed è la cultura che dà senso all’esperienza dell’uomo permettendogli di trovare attraverso i miti, i simboli e i riti significati condivisi che danno valore alla sua storia.
Secondo Jung il simbolo appartiene all’inconscio collettivo ossia all’intero universo e gli archetipi sono immagini formatesi nel corso dell’intero sviluppo dell’umanità. Se pensiamo all’etimologia del termine simbolo, osserviamo che deriva dal greco syum-bàllo che significa “mettere insieme”. Il simbolo serve infatti a creare legame, a unire, a mettere insieme appunto, e se crea legame è un dono. E si esplicita necessariamente attraverso il rito o il rituale, i quali evocano significati sia individuali che collettivi che costituiscono “il culturale”: quello sfondo, a volte invisibile, che evolve con l’umanità stessa.
L’individuo e la collettività riescono a riconoscersi e a individuarsi, sia come singoli sia come gruppo, proprio attraverso quello sfondo comune. Mediante le narrazioni, con le quali il soggetto racconta la propria storia dando significato ai propri comportamenti, l’uomo si riconosce e riconosce di appartenere a quell’unico sfondo collettivo senza il quale sarebbe difficile comprendere il proprio disegno.
Il Natale è uno dei simboli di questo sfondo comune e le narrazioni dei riti e dei miti che lo circondano e lo accompagnano sono uno spazio di comune riconoscimento. È la festa della luce, dell’energia, del calore e della vita il Natale! I riti delle origini prevedevano grandi falò per purificare l’aria e tenere lontane le forze del male. Le celebrazioni legate al solstizio d’inverno sono la base certa dalla quale partire per esplorare questo potente simbolo di legame e di dono.
A.M.
Lascia un commento