Il PENSIERO DIVERGENTE è uno degli strumenti fondamentali attivati nella pratica della biblioterapia. Chiamato anche pensiero laterale, esso è parte essenziale del pensiero creativo, il quale, a partire da una singola idea che si estende in molte direzioni diverse, è in grado di esplorare nuovi pensieri che, uscendo dagli schemi abituali, stimolano la creazione di soluzioni alternative e originali.
Le storie lavorano proprio sul pensiero divergente in contrapposizione con quello convergente o logico e lo fanno attraverso la dimensione narrativa della metafora. Questa fonte straordinaria di creatività e di immaginazione è capace di provocare risonanze inaspettate e di raggiungere le profondità del non verbale così utile quando si è privi di un linguaggio che sappia esprimere ciò che si sente nel corpo.
Le storie danno dunque l’opportunità di vedere a una certa distanza di sicurezza i processi interiori che ci determinano, di osservarli attraverso i personaggi della storia e dagli eventi rappresentati. Immedesimazione e proiezione sono i ponti verso la costruzione di nuove narrazioni di sé che si concretizza con l’integrazione.
Per questo le storie sono terapeutiche: esse sono in grado di aprire canali di esplorazione divergenti e potentissimi.
– Alice – (…) che cos’è un regalo di non compleanno?
– Humpty Dumpty – Un regalo che non viene dato il giorno del compleanno, evidentemente -.
Alice ci pensò sopra. – Preferisco i regali di compleanno – disse infine.
– Non sai di cosa stai parlando! – Esclamò Humpty Dumpty.
– Quanti giorni ci sono in un anno? –
– Trecentosessantacinque – rispose Alice.
– Quanti compleanni hai? –
– Uno –
– E se fai trecentosessantacinque meno uno, cosa resta? –
– Trecentosessantaquattro, naturalmente – […]
– E questo dimostra che ci sono trecentosessantaquattro giorni nei quali puoi avere un regalo di non
compleanno –
– Certamente – disse Alice.
– E soltanto un giorno per i regali di compleanno, hai capito? Hai di che gloriarti! –
Lewis Carrol, “Attraverso lo specchio”
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