Il mio incontro con la Biblioterapia
«- Leti questa sera si tiene un incontro di biblioterapia, ti va di venire?-
– Biblioterapia? Ma cos’è? –
– Si leggono racconti, ci si confronta. Tu fidati, ti piacerà! -»Così è iniziato il mio incontro con la biblioterapia, grazie a un messaggio di una delle mie più care amiche. Come si può rifiutare un invito così curioso da un’amica?
Ricordo quella sera come un’incontro carico di energia, in grado di toccarmi il cuore e di
regalarmi prospettive nuove.
L’incontro di tenne nello studio della psicoterapeuta Adriana Tremolada che, insieme alla biblioterapista
Alessandra Manzoni, ci accompagnò nel laboratorio di quella sera.
Ad aspettarci per iniziare l’incontro c’erano altre cinque donne, tutte più adulte di me e
della mia amica, non nascondo che mi sfiorò il pensiero di essere fuori luogo, ma la curiosità per
quella strana situazione prevaleva.
Non sapevo assolutamente nulla di come si sarebbe svolto l’incontro, di cosa avremmo
parlato, discusso e delle sue dinamiche.
Era dicembre, mancava poco al Natale, ci sedemmo in cerchio e la biblioterapista iniziò a
leggere un racconto, parlava del Presepe, della famiglia e della sacralità che
questa assume nel periodo più magico dell’anno; al termine della lettura ci chiese cosa
questo testo avesse suscitato in noi.
Come spesso succede durante gli incontri, specialmente quando si è in pochi, il primo
commento è preceduto da alcuni istanti di interminabile silenzio. Diedi un veloce sguardo
ad ognuna di loro per capire chi volesse prendere la parola, ma quello che mi colpì molto
furono i loro occhi. Era chiaro che quel testo, composto da un mucchio di parole
apparentemente innocue, ma magistralmente giustapposte, avevano acquisito un valore
dolce amaro, toccando ognuna di noi in modo diverso. Così, liberamente, ad una ad una
iniziammo a condividere pensieri, emozioni, ricordi e esperienze passate, sentendoci
libere e solidali.
L’incontro proseguì tra letture di poesie e di testi accuratamente selezionati in precedenza
da Alessandra, e di altri sapientemente scelti durante l’incontro per assecondare e
accarezzare i sentimenti e i pensieri che affioravano in ognuna di noi.
Non sono una persona restia a esprimere le proprie idee o a esporsi, ma quelle parole,
quegli sguardi e quell’attenta sensibilità mi toccarono così profondamente che sentii di
essere entrata in una dimensione intima con quelle donne con le quali stavo condividendo
del tempo e uno stream of consciusness.
I giorni successivi mi tornarono alla mente ricorrenti quei racconti e pensieri ascoltati, e
compresi l’importanza della biblioterapia e di come possa essere un regalo per la nostra
anima.
Per questa ragione, nonostante il mio ambito di studio sia il design cerco di raccontare la
potenza dell’arte nei miei lavori universitari. In particolare, grazie all’aiuto di Alessandra,
vi ho dedicato un capitolo della mia tesi intitolata “Creatività: un presupposto fondamentale
per l’essere umano” cercando di analizzare come sia essenziale per l’uomo il trinomio:
creatività, realizzazione professionale e salute.
Il mio augurio è che ognuno possa avere la fortuna di sperimentare ed essere accarezzato dalla
dolcezza dell’arte terapia.
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