Ho deciso di iniziare la newsletter del mese di marzo con una bibliocensione di un libro di Gianni Solla, “Il ladro di quaderni”.
Pensando ad un libro da utilizzare durante una sessione di biblioterapia educativa che avesse come obiettivo quello di parlare di riscatto e di rinascita personali, mi sono imbattuta in questo testo del 2023.
Il romanzo di formazione si muove tra la Storia e la Vita, racconta di una terra arida che pervade sentimenti e affatica gli animi; di impossibilità di visione del futuro, ma al contempo di resilienza e di volontà, di istintiva tenacia utile e necessaria a cambiare il proprio destino.
Ciò che colpisce in questo romanzo è come l’autore segua i suoi personaggi attraverso il loro tempo di vita, senza mai parlare apertamente dei fatti storici che ne condizioneranno le sorti, ma di volta in volta immergendo il lettore negli effetti che questi eventi producono sul loro stare nel mondo.
Ciò che colpisce in questo romanzo è come l’autore segua i suoi personaggi attraverso il loro tempo di vita, senza mai parlare apertamente dei fatti storici che ne condizioneranno le sorti, ma di volta in volta immergendo il lettore negli effetti che questi eventi producono sul loro stare nel mondo. Colpiscono pagine molto belle sul valore della scrittura e della lettura che diventano strumenti di libertà e precondizioni necessarie a coltivare sé stessi e la capacità di essere critici e analitici.
“Tieni il polso fermo…muovi la penna non il braccio. Le dita scrivono la lettera, il polso si sposta per quella successiva. È una danza dove ognuno fa la sua parte. Quando la parola appare, allora la cosa esiste. Se scrivi male le cose compaiono male. Perciò devi avere cura di ognuna.”
Ma chi insegna a leggere e a scrivere? Cosa muove il giovane protagonista verso questo progredire nonostante le umili origini, la sua imperfezione fisica, nonostante la violenza dell’ignoranza che lo circonda, al di là e oltre la figura paterna castrante? Il libro sembra ricordarci che non esiste un destino scritto e immutabile, che a partire dalle singole volontà si possono aprire orizzonti nuovi capaci di stravolgere disegni che altri hanno pensato per noi ma non sono nostri.
Nel viaggio dell’eroe che ognuno di noi compie con andamenti circolari lungo tutto l’arco della vita compaiono sempre mentori capace di traghettare verso la propria vocazione; anche in questo libro troviamo figure aventi il ruolo di guida, figure capaci di dare voce, di dare nome, di dare senso.
“Perché sei venuto qui? – disse. Per chiedervi di farmi vedere come si scrive e come si legge. …L’uomo indicò un quaderno. Quali parole conosci? So scrivere il mio nome e il nome dei maiali. Perché gli dai dei nomi? Se li chiamo si girano. E se sanno di avere un nome sanno di esistere e di essere unici come siete voi e anche io. Anche le montagne hanno un nome – disse. Non hanno le orecchie per sentirlo. Quindi non lo sanno, – risposi…In mezzo a questo pasticcio abbiamo trovato un piccolo filosofo che non sa come si scrive acqua però parla di coscienza. Sono felice di conoscerti.”
L’energia maschile in questo testo si esprime in tutte le sue sfaccettature, in luci e ombre che dipingono più personaggi: il padre, il maestro, l’amico, persino la donna dei desideri ha un animus importante. L’anima si manifesta nella creatività che il protagonista ritrova in sé stesso mediante la narrazione e la memoria.
La capacità di adattamento appresa durante l’infanzia viene sfruttata dal protagonista insieme alla scoperta che nulla accade per caso e tutto è utile e necessario – per dirla con Hillman – a realizzare la propria vocazione. L’ambizione del riscatto sociale lo guida ad uscire dal patano delle proprie origini; la sete di conoscenza lo invita ad andare oltre sé stesso rubando quei quaderni che gli permetteranno di entrare in un mondo nuovo in cui le parole liberano, le parole nutrono, le parole consentono di scoprire il valore del narrare.
“Nessuno può portare nella vita di un altro solo il bene o solo il male, ogni sentimento percorso fino in fondo alla sua essenza conduce al sentimento contrario.”
Il protagonista arriverà a portare in scena le storie vissute, quelle immaginate, le storie depositate nella memoria attivando un processo catarchico che cambierà il suo cammino orientandolo verso la vita che lo attende.
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