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IL BOSCO DEL CONFINE di Federica Manzon

04/07/2022

…a proposito di confini…

 Ci sono due modi di camminare diceva mio padre, quello da cime rocciose, che prevede serate a studiare le cartine Tabacco sul tavolo della cucina, la scelta del percorso più veloce, il tempo misurato, il timbro finale sul libretto a certificare la cima raggiunta, il racconto dell’impresa agli amici radunati per la cena. E poi c’è il camminare nel bosco, quello a cui ci dedichiamo noi, quello che ha fondato la nostra civiltà, diceva. Qualcosa di più simile a un errare, perdersi quasi subito nel sottobosco seguendo la traccia di un animale, disertare il tempo raccogliendo mirtilli in un prato che si spalanca all’improvviso tra una cerchia di abeti rossi, lasciare che i passi vaghino senza regole fuori dalla strada maestra.

Il nostro, non dimenticava mai di aggiungere, è un camminare solitario anche se siamo in due o in tre, anche se incontriamo altre persone per un po’ proseguiamo vicini. Lo senti il silenzio quando siamo nel bosco? Nel bosco puoi distenderti sul terreno di foglie e aghi, può infilare le braccia sotto la testa e chiudere gli occhi intuendo il riverbero del sole che filtra tra i rami dei larici, puoi stare così per ore senza sentirti minacciato, senza bisogno di strizzare gli occhi o tirarti seduto per controllare che tutto vada bene, senza far caso il tempo che passa. Le persone nel bosco, o perlomeno i camminatori come noi, parlano a bassa voce e si sorridono quando si incontrano e si salutano sempre nella lingua dell’altro. Così diceva mio padre.

Questi confini sono una sciocchezza, si infervorava a un certo punto. Basta andare nel bosco per capirlo. Sai cos’è un confine? Un confine non è niente, è un bordo, è un punto in cui si incontrano due tessuti, è un punto in cui la trama è esposta e si fa più sottile. Tu dimmi, vedi qualche differenza tra noi e quelli di là? C’è bisogno di tutte queste sceneggiate dei fucili a tracolla?

[…] Mio padre era un pacifista che credeva nel libero scambio delle persone e non delle merci, nelle lingue straniere mescolate senza regole e nelle camminate nel bosco.

I boschi sono tutti uguali.

Nel bosco di là però ci sono più profughi.

E mio padre sorrideva guidando verso il mare. […]

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