I testi particolarmente poetici possono essere difficili da utilizzare a causa delle meta letture e del linguaggio poco immediato. È possibile però selezionare dei brevi periodi che acquisiscano il carattere di aforisma e possano essere utilizzati in forma di metafora dalla quale partire per attivare la riflessione interna al gruppo.
Vi propongo dunque un esempio di quanto detto sopra, con questo brano selezionato dal bellissimo testo di Bobin, fine letterato e filosofo francese. Uno scritto intenso, fortemente evocativo ma che richiede una lettura a più livelli, e che mi è sembrato interessante per poter riflettere sul valore delle piccole cose.
“Guarda, mi dicevano i fiori, che riempivano la stanza del loro odore…C’è solo il nostro profumo, i nostri colori e il nostro sorriso. L’altro mondo inizia da questo sorriso. L’altro mondo e questo sorriso. Perché cercare altrove, perché cercare altro? …Lo si può sentire nella musica, nel silenzio. Nel germoglio che sboccia, dentro la nuvola che passa – in una bocca sdentata. Dovunque.
E’ incredibile il baccano che può fare un mazzo di fiori in una piccolissima stanza. Ne ero inebriato. Nessuna filosofia al mondo riesce a elevarsi quanto una margherita, quanto un singolo rovo, o un semplice sassolino che come un Monaco rasato discute in un confronto diretto con il sole e ride, ride, e continua a ridere.
Guarda l’azzurro del cielo. Non c’è nessuna porta. O forse è aperta da sempre. A volte in questo azzurro sento una risata, la stessa dei fiori: impossibile sentirla senza scoppiare subito a ridere anche noi.”
da “Questo azzurro. L’uomo-gioia” di Christian Bobin
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