Tra i modi più efficaci per leggere libri interessanti c’è quello di affidarsi a lettori di fiducia, amici o conoscenti che si sa essere raffinati conoscitori della parola scritta.
Capita così di scovare gioielli inattesi che emergono al di fuori dei propri canali di scelte.
“Cercandocieli” di Rossana Copez per le edizioni Il Maestrale mi capita tra le mani proprio così, su suggerimento di un’amica lettrice che mi consiglia di lasciarmi sorprendere e che ringrazio.
“L’Orlando Furioso” compare in epigrafe con la sua eleganza e la narrazione prende l’avvio da “Cercavocieli cercocieli cerchero’cieli. Cielidacercare cielidatrovare […]. Ci sono andata davvero a cercare cieli. Antichi. E ho trovato acqua di cascate, suono di mare e odore di terra e di bosco. Ho incontrato me stessa […]”.
Sullo sfondo della narrazione la bella terra sarda con i sui misteri e i suoi colori unitamente alla memoria storica di una generazione nata durante il boom economico e desiderosa di un cambiamento rivoluzionario.
A fare da contenitore la storia di una vita al femminile sin dall’inizio votata alla ricerca di un altrove, di un cielo nel quale riconoscersi e dove collocare il mistero del mondo e dell’esistenza.
“Ascoltare i diversi toni del sibilo feroce del vento era un gioco che facevamo tutti insieme […]. La nostra capanna raccontava storie quando il vento voleva infilarsi nelle commessure […] diceva il nonno […] di tendere bene le orecchie e aprire la porta dell’anima per afferrarla tutta la storia, non perderne neanche un pezzetto e non dimenticarla.”
Durante la narrazione i casi della vita si srotolano e si sovrappongono ai misteri che la penetrano. incertezze, paure, morte e dolore cercano ordine, contenimento e trovano il sovrannaturale.
Esistono riposte, ma sono solo intuibili; la via della consapevolezza in ciò che si è passa attraverso l’accettazione dell’ inspiegabile.
“La distruzione copre ogni cosa, l’erba e’ spazzata via, gli alberi sono caduti e ci sono dappertutto cocci e macerie. Ma dopo, quando il cielo si apre e ospita il sole, tra un tronco spezzato e l’altro spunta qualche fiorellino. Timido ma tenace, deciso ad avere la meglio sulla desolazione. La ricostruzione richiede fatica. E il bisogno di consapevolezza si insinua piano piano e diventa quasi prepotente.”
Giungo in aiuto di questa donna antica le fate della sapienza sussurrando alle orecchie della protagonista di fidarsi sì se stessa, di seguire le regole del lasciar andare per scoprire ciò che il destino ha in serbo per lei e per ognuno di noi.
“Lei ha un dono che è quello del racconto. Questo deve fare nella sua vita. Però ha bisogno di storie […] si fidi di più di se stessa […].
[…] fiducia, devi averne tanta di fiducia, nel cielo e in te stessa. Il cielo aiuta sempre se sai chiedere e se lo sai ascoltare.”
E poi l’amicizia, la sorellanza, l’amore e la maternità come postura nel mondo, lo studio, la filosofia e la lettura con i suoi libri compagni e guide.
“Ho continuato a cercare i cieli, che mi dessero risposte. Seguivo un percorso religioso ma anche magico e filosofico. I libri sono stati e sono i miei e maestri e una cosa ho imparato: sono i segni che ognuno di noi lascia su questa terra che hanno la meglio e la sconfiggono e lei, la madre temuta più di ogni altra cosa non può niente contro l’arte, l’ingenuo e la Memoria.”
Un gioiello che si mostra piano piano, di pagina in pagina, con lentezza, andando sempre più in profondità. Poetico, sapiente, dalle tinte cangianti come “ali di farfalla”.
“Il disegno di ciascuno si crea perché uno lo costruisce ma talvolta è un disegno antico che si va delineando. Ciò che si costruisce è come un arazzo che ognuno comincia a ritessere ogni giorno. Se la coscienza è vivida e l’attaccamento alle cose materiali e nella giusta misura, allora si formeranno bei disegni e tanti colori…bisogna osare, avere il coraggio di dare, di prendere, di darsi e di tentare tutto ciò che ci può entusiasmare. Anche il conoscere e io sapere danno emozioni e chi non lo sa non lo saprà mai.”
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