Ho cominciato la mia vita come senza dubbio
la terminerò: tra i libri
I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi,
i miei animali domestici, la mia stalle e
la mia campagna.
J.P.Sartre
La decisione di dedicarmi agli studi umanistici e filosofici è giunta tardi nella mia storia personale e affonda le sue radici in un “percorso di individuazione” che mi ha portato a compiere scelte di grande consapevolezza. Quel tempo di introspezione ha unito passioni e talenti facendoli confluire in nuovi percorsi e nuove curiosità intellettuali e professionali.
L’amore per la lettura è nato prestissimo. Da bambina, ancor prima di saper leggere, mi sedevo a gambe incrociate davanti alla libreria di famiglia e, affascinata dal colore delle copertine, sceglievo alcuni libri, li sfogliavo cercando di indovinare il significato di quei simboli incomprensibili, ne respiravo l’odore asciutto e sentivo che quelle pagine mi avrebbero riservato viaggi meravigliosi.
Ricordo le sensazioni intense provate durante la lettura del mio Primo libro – “I ragazzi della via Pàl” di Ferenc Molnar – , l’atmosfera che si creava intorno a me non appena tornavo a immergermi nelle sue pagine. Ricordo ancora la luce, i rumori e il calore che mi avvolgevano e mi portavano via in altri luoghi lontani e affascianti, in compagnia di amici pieni di coraggio, capaci di mostrarmi il valore dell’amicizia, dell’alleanza e della passione, insieme alla concretezza delle emozioni come la paura, la vergogna e la solitudine.
La fascinazione creata dalle parole non mi ha più abbandonata; negli anni di studio ho avuto Magister di grande valore che mi hanno permesso di confermare questa passione dandole spessore e profondità, anche se l’intuizione in merito al valore esistenziale della lettura ancora era lungi dal venire.
Con la scelta degli studi universitari sono entrata in contatto con i Grandi Pensieri, con le grandi menti della Filosofia e della Psicologia, con la profondità dei Grandi Letterati, con la concretezza e la durezza della Storia, lasciandomi meravigliare e sedurre dalla magia della riflessione e della creatività umana.
Ed ecco che durante un corso di Psicologia dell’Arte mi sono imbattuta per la prima volta nel termine “Biblioterapia” calato nel grande mare delle Arti Terapie. Finalmente trovavo il senso: ho cominciato a studiare tutta la documentazione disponibile, ogni riferimento alla lettura e al suo potenziale nell’ambito dell’educazione e della crescita personale; cercavo articoli ed evidenze scientifiche a suffragio delle mie semplici intuizioni, abbozzando lentamente quella che sarebbe divenuta la struttura sulla quale poggia oggi la mia professionalità sempre in divenire.
Nel tempo ho partecipato a varie formazioni, prima nell’ambito teorico della Biblioterapia Clinica (con la Psicoterapeuta Emanuela Ricci) poi in quello della Biblioterapia dello Sviluppo o Umanistica (con Marco Dalla Valle), con la precisa volontà di comprenderne i diversi significati e poter individuare la mia collocazione precisa all’interno di questo variegato mondo, e infine in quello della Libroterapia con gli albi illustrati (Psicologia.io). Mi sono poi riconosciuta nella Biblioterapia Umanistica, nell’ambito filosofico -letterario della crescita personale.
Lo studio e la formazione sono obiettivi mai conquistati e sempre in divenire. Spinta da una curiosità implacabile ho affrontato diverse formazioni funzionali all’ utilizzo ottimale della Biblioterapia: un corso avanzato di lettura ad Alta Voce, competenza fondamentale per un Facilitatore; corsi universitari singoli in Biblioteconomia e Antropologia Culturale; un Master triennale in Consulenza dell’Educazione utile a condurre i gruppi con sensibilità ed empatia, con abilità di ascolto e comprensione, potendo fondere la parte umanistica con quella più emotiva, sempre nel rispetto assoluto dei ruoli e delle professionalità, che mi ha permesso di ottenere la qualifica di Counselor dell’educazione professionale.
Il materiale letterario è un bacino immenso che si offre alla pratica della Biblioterapia. Poesie, romanzi, narrativa, fiction, biografie, racconti e fiabe; ma anche la letteratura di comprensione nei suoi vari generi: lettere, autobiografie, memorialistica, diari, o, ancora, aforismi e letteratura filosofica. L’intero panorama letterario, la mia grande passione, può essere preso in considerazione per produrre dei percorsi in grado di promuovere l’educazione emotiva e la riflessione filosofico-esistenziale in coloro i quali si accostano alla Biblioterapia.
All’origine di tutto c’è la passione e l’amore per la lettura e le sue trame infinite, per il valore delle parole e la condivisione del pensiero, per il processo di immedesimazione, purificazione e introiezione di cui è portatrice la lettura. All’origine di tutto c’è l’interesse per il mondo dell’altro, per ciò che di meraviglioso si legge in qualsiasi volto e per la bellezza che c’è tra le sue righe.
All’origine del ‘mio tutto’ c’è un padre che leggeva moltissimo e raccontava che da bambino, durante la guerra, illuminava le sue letture sotto le coperte gelate con un lampadina da 20 wat. Oggi c’è una madre tornata bambina che legge moltissimo, ma solo libri per ragazzi e favole perché le medicano il cuore e le riempiono i silenzi delle orecchie. All’origine di tutto c’è una bambina che ha sempre letto moltissimo e ha fatto della lettura il suo regno e il suo rifugio, la stanza tutta per sé e il luogo del tutto possibile, unendo un fil rouge che dalla sua famiglia va al profondo della sua anima.
IL MIO PERSONALE APPROCCIO ALLA BIBLIOTERAPIA
Ogni facilitatore adatta la prassi della biblioterapia alla propria formazione, ai propri gusti letterari e culturali, alla propria sensibilità. Il mio personale approccio, per il quale ho coniato il termine BIBLIOSOPHIA o “sapienza dei libri”, ha l’ambizione di tenere insieme biblioterapia umanistica, tecniche della consulenza educativa e dialogo filosofico che costituiscono l’ossatura teorica portante dei progetti che ideo e realizzo. Le scelte letterarie che ne conseguono rappresentano gli strumenti di lavoro atti a raggiungere gli obiettivi che mi pongo di volta in volta a partire dalle specifiche caratteristiche dei gruppi destinatari.
Amo introdurre gli incontri con brevi inquadrature teoriche e amo farlo a partire dall’etimologia delle parole. A volte le attingo da un vecchio vocabolario spesso sorprendendomi di quanto utilizziamo in modo errato o limitato i termini. Altre volte interpello libri che non sono veri vocabolari ma ne rivestono la funzione, come, ad esempio, il testo di Laura Imai Messina “WA. La via giapponese all’armonia”, un compendio di parole che svela la profonda filosofia giapponese di Wa raccontandone il senso nascosto in nomi pieni di poesia.
Immaginate quanto possa essere interessante all’interno di un gruppo di biblioterapia confrontarsi con differenti interpretazioni e quanto ciò possa attivare condivisioni originali e potenti capaci di accogliere nuovi sguardi.