‘Adesso che tutto questo è alle spalle, che tutto questo è impossibile, resta solo il mondo. Quella parte di mondo, si natura, che è fonte di gioia purissima, disinteressata credo, o forse fine a se stessa, non asservita al criterio di utile, di riproduzione, del cosiddetto amore, dell’accoppiamento, della compagnia, di avere chi ci capisce al fianco, adesso è tutto soltanto pura bellezza…Vedo un’infinità di particolari che danno gioia e insieme ispirano quasi sgomento, di fronte a tanta bellezza, ma anche pace guardando questa Rosa Laevigata ancora una volta sbocciata in tutto il suo splendore. Guardo i fiori di questa primavera e nulla ricordo di quello delle stagioni passate.’
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Pia Pera da Al giardino ancora non l’ho detto.
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Il principio di ‘trasformazione’ vuole che le cose mutino conservando invariata la loro sostanza. L’aspetto esteriore si modifica, cresce, decresce, evolve nel tempo e nello spazio, mantenendosi fedele a un nucleo centrale che non cambia ma ‘diviene’ secondo le regole del perenne fluire…
E così il giardino.
E così l’uomo.
…Un bellissimo libro, intenso e dolcissimo.
Una lettura sconvolgente, forte e delicata. Lei con la sua lucida consapevolezza del suo destino, del poco tempo che le rimane; e la pienezza di ogni istante, di ogni pensiero che dedica al suo giardino, alle sue rose, alle sue forbici, al bisogno delle sue cure. Il titolo è ineguagliabile. Una perdita infinita.