…Un caleidoscopio rovesciato… e improvvisamente “questa” Storia diventa La Storia di tutti i popoli in lotta per la propria libertà. Quanti sono ancora oggi come ieri questi popoli in agonia? Guerre di Liberazione disseminate in tempi, spazi e volti diversi e pur sempre uguali…
“Mio padre era un partigiano, Nino! Era tra quelle schiere, seguiva un ideale, voleva cambiare il mondo mio padre. Diceva che non era poi così difficile sbaragliare quell’ordine costituito: bastavano uomini veri e un sogno di libertà! Diceva che fare i mattoni e le tegole gli aveva insegnato l’arte della pazienza e della destrezza. Metteva quel grumo di creta sulla coscia, l’accarezzava, la plasmava e gli dava forma. I coppi del tetto erano la sua passione. Quasi un incontro carnale tra la terra malleabile e le sue ginocchia. Dentro ad alcuni infilava i messaggi segreti da inviare ai partigiani che si nascondevano sulle montagne e che da tempo erano in contatto con gli Americani.
Lui era fiero di questo. Sapeva di lottare e rischiare per una giusta causa. Sapeva che non poteva trattenere il suo ardore. Conosceva i pericoli.”
“… Il tuo odio non ha ragion d’essere. Tuo padre è stato ingiustamente bastonato dai tedeschi, questo è accaduto a tante altre persone. Il racconto di ciò che è stato deve essere narrato perché non accada più. Però c’è un confine che non puoi dimenticare e un altro su cui hai l dovere di far cadere la dimenticanza. Non c’è sostanziale differenza di dolore, né di gravità, né di nefandezza…non è il colore o il fine a giustificare il mezzo. La violenza e l’odio hanno generato dei mostri.”
da Confini di Lucia Valentini
ed. Gambini Ed.
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