Chiese e moschee si alternano, dopo molti paesaggi,
case abbandonate, pianure innevate che si uniscono
fra cielo e terra, l’uomo con seme della dimenticanza.
Ci resta da ritrovare la vita sotto tutto questo,
immagino colui che scaverà – tante lotte, tanto sangue,
qualche insegnamento, anche questo da dimenticare,
entro la prossima goccia mi raccomando.
C’è sempre qualcosa, un ostacolo infinitesimale
e generazioni di uomini non bastano per mietere il campo.
Hanno detto sottomettetevi e troverete la pace,
abbiamo chinato la testa e ora tutti rimpiangono quello che ci fu tolto.
Hanno detto amate il prossimo, abbiamo persino amato
e poi fallito, come pensavano, d’altronde,
che fossimo in grado di amare qualcosa così distante.
Hanno detto andatevene e troverete ciò che vi manca,
così abbiamo fatto, uno ad uno, queste case che vedi
abbandonate, non sono che pietre da lanciare
sempre più lontano, e non si capisce dove sia l’origine,
l’errore di tutto questo.
di Alessandro Anil
da Il seme della dimenticanza
in Come tradurre la neve
ed. Animamundi
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